a cura di Antonella Prudente
Eburum di Eboli, l’ASD circolo scacchistico di Montella, con il gruppo di lavoro sulla divulgazione, intende, dopo una prima fase di metabolizzazione, riflettere, trasmettere e condividere l’esperienza emotiva che manifestazioni del genere, in una composizione molto articolata, riesce a regalare ai fortunati.
Si è conclusa il 6 gennaio la terza edizione il III Torneo “EBURUM” dell’EPIFANIA, valido per le variazioni dell’Elo FIDE Standard, organizzato dall’A.D.S. Café de la Régence. La lodevole gara sportiva, unica nel genere in Campania, ha previsto quest’anno 6 turni di gioco, con un tempo di riflessione di 90’ + 30” a mossa. Ancora una volta, palcoscenico d’eccezione, una sede generosa quale il Museo Archeologico Nazionale di Eboli. La consegna dei sostanziosi premi è stata parte integrante della manifestazione.
A partire dall’iscritto al torneo più piccolo per età, al primo in classifica, Maestro FIDE, dalla ‘scacchista’ e lo ‘scacchista’ all’autore di Vega, dal presidente dell’ASD Café de la Régence di Eboli all’arbitro di spessore internazionale: una reazione della chimica del corpo che mette sottosopra cuore e stomaco.
Colpisce la maturità e consapevolezza del giovanissimo Riccardo Melisi (anno di nascita 2015), che adora mangiare i panini, frequenta la classe V elementare, e che… con un pizzico di velata tristezza sussurra: “Oggi ho perso…”. Alla domanda, forse impertinente vista l’età, di cosa sia andata storta, il giovanissimo con estrosa simpatia risponde semplicemente di essersi distratto, di aver lasciato la postazione di gioco, perdendo la concentrazione. Affiancato e supportato dalla madre, concorda sul fatto che dagli errori si impara, pur ritenendo con grande spirito critico, il suo un errore banale. Ma la prossima volta andrà meglio, Riccardo non perde la speranza e soprattutto la fiducia nelle sue capacità avendo istruttori di una certa gloria quale Francesco Roviello e Giuseppe Buonocore.
Finalmente un tuffo nell’azzurro sereno e freddo degli occhi del primo del tabellone (teoricamente il più forte): Claudio Paduano, Maestro FIDE. ‘Partecipare ai tornei in Campania – commenta Paduano – è una grande emozione! Molto bello il fatto che ci si ritrova con tantissimi amici.’ Fan e ammiratore tra i tanti in particolare del grande Magnus Carlsen, che ha avuto l’onore di incontrare nel 2018 a un mondiale UNDER 12. Nonostante una leggera defaillance da parte della macchina organizzativa dell’EBURUM di Eboli, dovuta alla situazione igienica della toilette, il campione è davvero soddisfatto della sua partecipazione, tanto da poter subito pensare al prossimo traguardo che spera: maestro di livello internazionale. Al quinto anno dell’indirizzo odontotecnico, dopo l’esame di maturità si dedicherà con ancora maggiore passione e lavoro allo sport a cui ha dedicato la vita. Uno sport gli scacchi che è stato d’aiuto anche nel percorso scolastico, pur non essendo un campione anche a scuola: ‘…gli scacchi aiutano un po’ in tutte le materie’ – afferma il campione. Tornato per la terza volta a Eboli per il torneo, è convinto dell’importanza di questo tipo di manifestazione per il territorio regionale. Claudio ci saluta simpaticamente dando consigli su un’alimentazione da non sottovalutare neppure per uno sport come gli scacchi, sana e varia con tanta frutta e pochi zuccheri, e soprattutto, nonostante il fascino indiscutibile dei suoi occhi, di riuscire a giocare, a prescindere dalla bellezza, anche con giocatrici, quindi al femminile, solo con scienza e strategia sua e dell’avversario/a, senza alcuna distinzione di genere. ‘Nel gioco degli scacchi la differenza la fa il saper giocare, non l’essere maschio o femmina!’
Dai tornei a Scalea, a Santiago de Compostela, in Georgia dell’orgoglio campano Claudio Paduano, ci avviciniamo con delicatezza a Ludovica De Benedittis. Affascinante, elegante, bella e…anche brava a scacchi! Ludovica de Benedittis, 15 anni, di Avellino, al terzo anno del liceo scientifico Mancini, gioca a scacchi da circa 8 anni. Con un passato che l’ha vista più perdere che vincere, ha imparato dai suoi errori ad ottenere molti più risultati, anche grazie ad una preparazione personale e privata. Anche lei partecipa al torneo cosiddetto dell’epifania ad Eboli da tre anni, ritenendolo di spessore e un possibile trampolino di lancio. Habitué dei tornei invernali e estivi regionali, riesce a conciliare bene il percorso scolastico e la passione, grazie anche al supporto dei genitori, i quali hanno apprezzato l’insolita e coraggiosa scelta di una ragazza che testardamente decide di affrontare uno sport il cui pezzo forte è donna, ma le massime espressioni son state uomini. ‘Mentre le mie compagne preferiscono un allenamento che migliora soprattutto la prestazione fisica come il calcio la ginnastica e basket pallavolo, io – ci confida Ludovica – ero e sono attratta da questo gioco/sport sulla scacchiera. Ho iniziato in quarta elementare grazie a un corso organizzato dal mio istruttore Pasquale de Guglielmo e da lì mi sono appassionata sempre più’. Nonostante i sacrifici, la giovane scacchista crede fermamente di riuscire e di non mollare, ma soprattutto spera di riuscire anche in futuro, di continuare a giocare, anche se con un lavoro o con il ruolo di madre. Con fermezza supera la sua bellezza femminile che non fa e no deve fare differenza. Saper giocare: questo conta. Molti affrontano una donna davanti alla scacchiera con il pregiudizio, superato e vinto e sconfitto da chi sa giocare a scacchi non perché maschio, ma anche donna. Con un allenamento su scacchiere di ogni genere e importanza (a casa ne ha 6) Ludovica De Benedittis affronta con carattere anche la questione relativa al dress-code: ‘L’abito deve dare istituzionalità al gioco se necessario, ma non si può pretendere in particolari condizioni climatiche. Se fa caldo, la t-shirt o un pantalone leggero non possono sconvolgere!’ Con libertà tutta femminile, Ludovica supera ogni barriera, proprio come un pedone che, inizialmente, sembra essere il pezzo più debole della scacchiera, solo apparentemente però, se riesce ad arrivare fino in fondo, può diventare anche il pezzo più forte con determinazione. Le auguriamo con orgoglio che possa riuscire con una strategica e costruita ‘siciliana’ a fare il suo più importante ‘scacco al re’, ‘scacco matto al re’.
Ci avviciniamo ad Andrea Esposito, uno di dei membri del direttivo dell’ASD Café de la Régence, che, pur non essendo uno scacchista, è uno degli addetti ai lavori indispensabile. Con una visione molto aperta del gioco più che dello sport, lavora per cercare di accontentare tutti il più possibile con l’organizzazione del torneo, perché l’obiettivo è far partecipare tutti, non solo i grandi giocatori. Da padre che accompagna il figlio alla gara, riesce a seguire instancabilmente le esigenze, che lasciano naturalmente ampio spazio alle difficoltà da affrontare necessariamente e superare, per dare un contributo in maniera pratica sia al circolo sia alla città. È un evento che viene fatto a Eboli, è l’unico nella provincia di Salerno con più quasi 90 iscritti e non è facile da gestire, visto anche il montepremi così importante. ‘Non operando in una città capoluogo quale Napoli o Roma non è facile in maniera proprio pratica in maniera tecnica, raggiungere tutti gli obiettivi all’interno dell’organizzazione torneo, soprattutto se si tiene conto dell’assenza di sponsor – racconta Andrea – ma è importante riuscire per chi ha passione e per Eboli. La sera sono con noi sia ragazzi che famiglie, siamo più di tre 300 in giro la sera, andiamo nei locali …abbiamo portato un poco di gente praticamente a Eboli. Per la serie ‘si crea il progetto e arrivano le risorse’ non abbiamo la formula vincente del nostro torneo, ma sappiamo che vogliamo fare un evento per fare comunità.’
In perfetta sintonia e sinergia anche il Presidente del circolo, Cosimo Di Tolla, che da insegnante di educazione fisica a scuola, a istruttore di scacchi nel circolo, fa riferimento all’importanza di un gioco/sport che comincia in primis in classe. Con una passione nata da una scacchiera abbandonata in un armadietto, da un libro di regole del gioco, è riuscito a trasmettere questa bellissima arte ai ragazzi. Quasi con una visione profetica, il presidente Di Tolla, dopo i primi ‘miglioramenti a scuola’ dei neofiti, riesce ad organizzare ciò che in tutta la provincia di Salerno non si era mi visto: un torneo di scacchi ad Eboli. Doppia lode: per la novità e perché l’iniziativa nasce da un circolo di campagna. Da un armadietto, ad una classe, alla scuola, alla provincia. Ma, dopo trent’anni di lavoro, non si ferma l’iconico presidente Di Tolla: obiettivo per il futuro portare gli scacchi nel Vallo di Diano e dell’alto Sele, fino all’organizzazione di un torneo sociale che metta insieme tutte le associazioni e i circoli della provincia di Salerno e non. Il gioco dei giochi, nobil gioco, che dalla notte dei tempi a oggi esiste e resiste, adeguandosi all’involuzione o evoluzione dell’attimo, quello rapido e veloce della tecnologia informatica.
Ecco che tra i partecipanti, si fa notare per simpatia e classe, Luigi Forlano, giocatore di scacchi amatoriale – si definisce così – e membro della commissione tecnica, commissione arbitrale federale, CAF. Oltre alla passione per gli scacchi si diletta con la programmazione: ha realizzato, una ventina d’anni, fa un software che è quello che praticamente usano tutti gli arbitri italiani. Il ruolo dell’arbitro è cambiato notevolmente negli ultimi anni proprio in virtù dell’informatica che ha fatto i passi da gigante. Bisogna stare più attenti al fatto che ci possa essere un imbroglione, ma anche al fatto di tenere a bada molti giocatori, per cercare di mantenere l’atmosfera sempre tranquilla. Informatica o no, si arbitra una partita che alla fine è una battaglia: ci sono sulla scacchiera due eserciti schierati. Lo stesso linguaggio è un linguaggio di guerra: attacchi, difesa. Originario di Paola, in Calabria, docente di matematica e fisica, sottolinea la qualità del rapporto tra l’informatica e gli scacchi, oltre quello informatico arbitrale che praticamente è gestionale. ‘Un rapporto – riprende Forlano – molto stretto, che parte dallo stesso principio che è la logica. Ma è un gioco tipicamente umano, nonostante l’informatizzazione. Ci sono macchine che giocano sicuramente meglio del campione del mondo, ma questo non ci esime dal continuare a giocare e divertirci. Ogni volta che si gioca, non credo di essere originale, uno gioca contro sé stesso cercando di migliorarsi di volta in volta, un computer può anche vincere, ma è attraverso l’avversario umano che uno cerca di migliorare i propri limiti aumentare le proprie conoscenze. Come per l’informatica anche per gli scacchi ci sono regole da rispettare, ma per il gioco regola significa, in più, anche rispettare l’avversario, mettersi allo stesso livello dell’avversario.’ Gli scacchi sono un gioco basato fondamentalmente sul tempo: della partita, per imparare.
Da ben quarant’anni Giuseppe Buonocore è arbitro nazionale prima, internazionale oggi. Presente ad Eboli come tecnico delle scacchiere elettroniche, anche quest’anno contribuisce alla crescita vorticosa di questa manifestazione dalla partecipazione sempre più crescente, soprattutto di giovani. Da un quasi naturale connubio tra il suo essere avvocato e gli scacchi, per l’elemento comune tra giurisprudenza e gioco che è la regola, Buonocore spiega la longevità di un gioco che si può praticare dall’inizio della vita a 90 anni e più. Bisogna diffondere sempre più questo sport guardando proprio ad Eboli, facendo in modo che le associazioni guardino oltre il limite territoriale della loro zona, rapportandosi con enti e altre associazioni, cercando supporto nelle organizzazioni nazionali, quale il CONI. La situazione è promettente: anche Avellino, dopo Napoli, grazie al lavoro di associazioni come l’ASD di Montella, si sta affermando a livello regionale e nazionale. Questo ha una sua importanza perché accanto all’attività scacchistica e grazie all’attività scacchistica, si diffondono valori, educazione, correttezza, che riguardano anche lo stile di un abbigliamento da regolamentare a seconda delle circostanze. È uno sport dove non c’è barriera, non c’è diversificazione. Aggiunge Buonocore: ‘Io come esperienza da arbitro posso dire che ho arbitrato tornei dove bambini giocavano con persone adulte di novant’anni, non vedenti con persone normovedenti, sordi con altre disabilità. Non c’è una ghettizzazione, ecco diciamo così eh per quanto possa sembrare uno sport elitario invece non lo è’.
Riponiamo la nostra speranza, comune a chi si lascia affascinare dagli scacchi, in persone affabili e gentili come Zuppa Paolo, alla sua prima esperienza in un torneo ufficiale a cadenza lunga. Da Benevento, l’ultima provincia da coinvolgere ed ‘evangelizzare’ con la legge degli scacchi, ancora un po’ lontana dai progetti regionali. Zuppa partecipa al torneo soprattutto perché è una bella esperienza per confrontarsi anche con avversari di tutte le età, anche con ragazzi giovani che sono già di buonissimo livello. Ma esperienze come questa del torneo Eburum sono preziose perché d’esempio e di provocazione, in una sana competizione: tornare a casa e pensare ad un torneo che porta la firma della propria associazione scacchistica.
Ed è così che potremmo arrivare ad una realizzazione di un sud Italia unito in un progetto ambizioso, ma dall’Eburum, realizzabile, di una macro-regione dello sport sulla scacchiera, anche attraverso l’Accademia regionale di alto livello diretta da Francesco Roviello. Molise, Calabria e Basilicata insieme alla Campania mettendo insieme campioni di spessore, maestri e istruttori dotati di particolare preparazione e credo. È soprattutto campana l’intuizione e l’attenzione che si sta riservando anche alla ‘questione femminile’. Grazie alla campionessa napoletana Mariagrazia De Rosa, si cercherà di incrementare il tavolo degli scacchi con una più forte e cospicua presenza al femminile. Francesco Roviello sostiene di poter realizzare tutto questo, partendo categoricamente dalla formazione a 360 gradi. Garanzia del successo è avere istruttori preparatissimi, da cui ottimi giocatori.
In conclusione, entrando nell’oratorio San Francesco Anspi della Parrocchia di Santa Maria del Carmine ad Eboli, per accomodarci al tavolo di gioco, appuntamento sportivo d’eccellenza nel panorama degli eventi scacchistici di pregio e ha ottenuto, anche quest’anno, un meritatissimo successo.