Nome: SALVATORE

Cognome: GUARINO

Professione: DOCENTE

Gioco a scacchi: SI

Presentazione: Docente di ruolo in discipline letterarie presso il Liceo Rinaldo D’Aquino. Precedentemente supplente per la CdC A011 sulla provincia di Roma. Dottore di ricerca in studi letterari e linguistici presso l’Università degli Studi di Salerno.

Qual è il suo rapporto con gli scacchi?

Gioco saltuariamente, ma faccio pratica dalla prima adolescenza.

Oggi non si parla più di gioco, bensì di sport. Quali sono gli eAetti collaterali di questa nuova disciplina sportiva?

Credo che l’effetto collaterale del gioco degli scacchi praticato a livello “agonistico” sia un’eccessiva chiusura dei concorrenti, ripiegati su sé stessi in un dialogo interiore che non dovrebbe essere un aspetto preponderante dello sport (che invece è sì tecnica, intuito, previsione, ma anche – e soprattutto – gioco di squadra, confronto sereno con l’altro).

A chi consiglierebbe il gioco degli scacchi?

A chiunque voglia cimentarsi con un gioco da tavolo impegnativo ed estremamente razionale. In un ambiente scolastico, un laboratorio di scacchi potrebbe essere una valida attività di stimolo delle competenze logico-deduttive, rivolto tanto alle eccellenze, quanto ai discenti con difficoltà nella concentrazione.

Quanto incide sulla crescita di un individuo un gioco/sport come quello degli scacchi?

Se stimola la riflessività ed è condotto con costanza – non come ludus, ma come sport, appunto, – il gioco può svolgere una funzione a suo modo “formativa” e di stimolo razionale, specie se l’attività è accompagnata dallo studio delle tecniche vincenti.