a cura di Antonella Prudente

CHI È GIULIA PISANO?

Aspirante archeologa con la passione degli scacchi. Il mio modus operandi cerco di trasmetterlo nelle attività che svolgo con i bambini delle scuole primarie e secondarie di primo grado, infatti sono un’istruttrice e insegno grazie ai progetti creati con i fondi PNRR e poi istruttrice presso il circolo Scacchi Montecatini con a capo il Presidente Andrea Bracali.

Sono una che ha sempre cercato di fare tanto con la passione per la storia e per gli scacchi

La sua storia sulla scacchiera comincia…? Che tipo di relazione si è stabilita?

Io ho iniziato a giocare “seriamente” a scacchi dall’età di 9/10 anni, quando ho partecipato ai primi tornei a tempo lungo e per la qualificazione alla fase Nazionale.

Ho iniziato a giocare grazie alla scuola, perché l’istituto che frequentavo aveva aderito al progetto di “Scacchi nelle scuole”, che consisteva in un certo numero di lezioni da parte di un istruttore, nel mio caso si trattava di Pierluigi Passerotti, che è poi diventato il mio maestro nche fuori dall’ambiente scolastico. Alla fine di queste lezioni ho partecipato a un torneo da cui si selezionavano 4 ragazzi e ragazze che sarebbero andati a giocare ai TSS (Trofeo Scacchi Scuola). Il progetto era iniziato dalla terza elementare, ma io mi sono appassionata solo dalla quinta elementare, quando venni selezionata per far parte della squadra per i TSS e da lì non ho  più smesso di giocare; oltre a questo torneo solo per le scuole partecipai anche alle attività del circolo di Montecatini, dove tutt’ora sono tesserata e svolgo lezioni, e ad altri tornei anche fuori regione.

Oggi non sono solo una giocatrice, ma da tre anni ho conseguito la qualifica di Istruttore di base e sono da poco AR (Arbitro Regionale), quindi diciamo che sto abbracciando questo gioco sotto ogni sua forma, perché ritengo che sia importante e soprattutto interessante comprenderlo sotto ogni punto di vista, capire ogni sua sfumatura.

Banale, retorica, ma va fatta: una scacchista e uno scacchista in che rapporto sono, in che rapporto possono essere, potrebbero o dovrebbero essere? È molto faticoso essere una donna che gioca a scacchi?

Dalla mia esperienza non ho trovato grande differenza tra scacchisti e scacchiste, sono sempre stata rispettata e considerata al pari di uno scacchista. Non penso che in questo gioco esistano (o debbano esistere) differenze di genere, perché non si tratta di uno sport fisico, ma mentale, quindi con un po’ di concentrazione, costanza e impegno sia scacchisti sia scacchiste possono arrivare a pari livello.

Allieva di Luigi Passerotti, in cosa ha superato il Maestro?

In realtà non mi sento di dire di averlo superato, sicuramente mi ha insegnato tanto, mi ha dato tanto, ma non credo di averlo superato penso invece di imitarlo, anche inconsciamente, per certe cose, come per l’insegnamento.

Giulia e il futuro sulla scacchiera. Guarda lontano?

In questi ultimi anni mi sono dedicata all’insegnamento e da qualche mese ad arbitrare, diciamo che come scacchistica faccio pochi tornei anche perché sono al secondo anno di università e tra lezioni, laboratori e scavo è difficile coordinare e organizzare tutto.

Nonostante tutti questi impegni mi sono posta come obiettivo quello di focalizzarmi di più sul mio gioco per migliorarlo e giocare più tornei. E’ vero che “il mio l’ho fatto”, i miei successi li ho avuti, però sono ancora giovane per potermi divertire e puntare a qualcosa di più.

La scuola e gli scacchi: la proposta del Ministro di inserire nei programmi scolastici il gioco degli scacchi, la vedi concreta? Utile? I ragazzi si avvicineranno per il voto alla scacchiera o riusciranno e come a comprenderne i vantaggi?

Secondo me è una proposta molto interessante, però ho paura che i ragazzi li vedano come un’altra materia da studiare su cui poi verranno valutati e quindi si perde il senso del gioco e la sua importanza.

Per far comprendere i vantaggi del gioco penso sia importante mostrarlo non tanto come una materia su cui poi riceveranno un voto, ma come un’attività che consente di potenziare le loro capacità logico-matematiche, le loro capacità sociali e relazioni, il gioco consente loro di formarsi emotivamente, perché imparano ad accettare la sconfitta, imparano il rispetto per l’avversario e per le cose (in questo caso pezzi, scacchiere e orologi).

Penso che sia interessante fare un lavoro interdisciplinare tra le materie scolastiche e il gioco, quindi, inserirlo come attività che affiancherà le altre materie. Io, ad esempio, in una scuola mentre insegnavo scacchi facevo dei riferimenti alla geometria ed erano argomenti che avevano trattato o che dovevano ancora fare e in questo modo si anticipano certi concetti ma giocando.

Concepire l’idea di società sulla scacchiera è molto difficile. È un gioco dell’io o del noi?

Questa è una domanda molto interessante e secondo me complessa a cui rispondere, perché è un gioco dell’io in quanto è individuale, sono io che gioco alla scacchiera e mi confronto con i miei limiti, ma allo stesso tempo è un gioco del noi, perché devo rispettare l’avversario che ho di fronte ed esistono anche le competizioni a squadre, quindi anche qui è vero che sono io che gioco, ma devo prendere la scelta migliore per la squadra, che vuol dire anche sacrificare certi risultati e certe posizioni (esempio pattando) per far vincere la squadra

Ci racconti il momento più forte che hai vissuto sulla scacchiera?

Tra i tanti ricordo con piacere l’ultimo turno della finale Nazionale del 2022, dove dovevo vincere a tutti i costi per entrare nelle prime 10 classificate e arrivare a premio; ancora ai TSS del 2023 dovevo vincere tutte e 7 le partite per quantomeno lottare ad arrivare la miglior prima scacchiera o più recentemente durante il Sociale del mio circolo il quarto turno era quello più importante, perché se lo avessi vinto sarei arrivata tra i primi tre.

Ogni momento alla scacchiera è un’emozione unica, la gioia, la paura, l’ansia sono tutte emozioni che aiutano a crescere e ogni partita è unica a modo suo, senza che sia necessariamente importante per arrivare tra i meglio classificati.

Ci si innamora giocando a scacchi?

Sicuramente ci si innamora, ma dalla mia esperienze si creano soprattutto nuove amicizie, si conoscono nuove persone, che non sono solo avversari da battere ma prima di tutto sono persone da stimare a da cui imparare tanto

Il tuo giocatore preferito? Il tuo pezzo preferito sulla scacchiera?

Non penso di avere un giocatore preferito, ho soprattutto la passione per il gioco, infatti seguo qualsiasi torneo, senza necessariamente soffermarmi su un giocatore in particolare. Forse tra quelli che mi piacciono di più ci sono i grandi giocatori del passato Fischer, Botvinnik e Capablanca, invece i “giocatori di oggi” i giovani indiani, Nakamura e Carlsen.

Il mio pezzo preferito sulla scacchiera penso sia il cavallo, non c’è una reale motivazione, mi ha sempre affascinato come pezzo

In famiglia ci sono altri giocatori? Se si, cosa significa giocare con tuo…? Se no, potrebbe essere il gioco delle sere quando fuori piove?

No, io sono l’unica che sa giocare: c’era mio fratello che è due anni più grande di me e anche lui ha iniziato a scuola, ci ha provato però lui preferisci sport di movimento; mio padre sa solo come si muovono i pezzi e inizialmente giocavo con lui, ma dopo poco ci vincevo perché io iniziavo già a prendere lezioni e a giocare al circolo, invece alla mamma ho provato a insegnare, però ancora non le riesce bene il movimento del cavallo.

Nonostante sia solo io a giocare sono sempre presenti e se ne parla spesso, ad esempio guardiamo i risultati dei tornei, mi fanno compagnia mentre studio e analizzo le partite, mi danno un parere su come spiego

Se ti fosse data la possibilità di cambiare il bianco e il nero della scacchiera, il colore più della forma, che colori sceglieresti?

Forse cercherei di dare dei colori più simili alla bandiera dell’India, dove poi alla fine sono nati, come un blu e un arancione con qualche sfumatura per renderli più gradevoli all’occhio