di Antonella Prudente – 17 Febbraio 2025

https://www.emme24.it/attualita/10432-dallo-sport-le-parole-il-pensiero-perch-non-le-regole-le-azioni

Partire in quarta, In punta di fioretto: scherma

Zona Cesarini, Fare melina: calcio

Il gregario, Scatenare le bagarre: ciclismo

Mettere alle corde, Gettare la spugna: boxe

A gonfie vele, Col vento in poppa, Appendere le scarpe al chiodo, Salvarsi in corner, Fare un autogol, Prendere in contropiede, Alzare l’asticella, etc..etc..etc…

Da espressioni specifiche di settori sportivi o generiche, di effetto per tutti gli sport, si comprende come e quanto l’attività fisica, agonistica e non, riesca ad influenzare dalla notte dei tempi, il nostro linguaggio. I precedenti indicati sono solo alcuni dei modi di dire che, pur di natura sportiva, vengono utilizzate nel quotidiano, nel linguaggio comune. Particolare interesse, vista la gloria del momento, è l’utilizzo di espressioni legate al nobil gioco.En passant, errore tattico, evitare lo stallo, scacco matto, stallo, pedone… e così via.Il linguaggio scacchistico è specchio della riflessione, strumento fondamentale del gioco. Il gioco insegna quanto possa essere anche vitale, senza esagerare, la capacità di previsione, di conoscere le regole e le strategie. Previsione, regole, strategie: altro non sono che condizioni possibili della vita, o semplicemente vita stessa.Partendo dalle parole, dalle espressioni e da queste condizioni parallele offerte dalla vita, in virtù dell’approssimarsi dell’ennesimo 8 marzo (da rimodulare a mio avviso, essendoci poco da festeggiare ormai), mi fermerei un attimo su una parola/espressione degli scacchi, che potrebbe essere un nuovo mondo antico da riscoprire: Donna.Donna o Regina è il pezzo più forte e versatile degli scacchi. Può muoversi in orizzontale, verticale e diagonale su tutta la scacchiera. La donna è un pezzo pesante e, a causa del suo alto valore, è anche un bersaglio preferito per gli attacchi. La donna sulla scacchiera è, insomma, il pezzo più potente.Se è vero che nel gioco de Re, oltre all’aspetto ludico, a quello del divertimento, c’è anchequello puramente filosofico, se è vero che il Re senza la sua Regina non avrebbe ragion d’esistere, se è vero che il linguaggio sportivo più di altri settori influenza il linguaggio comune, perché allora questo potere della Donna, questa versatilità, questo fascino, questa storia non ha ancora influenzato il pensiero moderno e contemporaneo? Il soggetto pensante che agisce? Le azioni dell’uomo o donna di oggi?Nonostante una storia antica e una consolidata tradizione, quando gli scacchi arrivarono in Europa, subirono una trasformazione ‘sociale’: il pezzo più forte il Visir diventa la Donna, la Regina. Una situazione o, meglio, un’evoluzione a dir poco paradossale, considerando le probabili origini indiane della scacchiera. Il Visir, che in origine era a fianco del Re, era il generale che comandava le truppe e che si esponeva nella battaglia al posto del Re. In Europa era normale che il Re avesse al suo fianco una Regina.Per cercare di velocizzare e rendere più dinamico il gioco, quello che inizialmente era lo stesso movimento del Re e lo stesso potere di gioco, ma forse anche meno, cambiò: si pensò ad una modifica del movimento di alcuni pezzi, cominciando  proprio dalla Regina che, improvvisamente, divenne il pezzo più potente sulla scacchiera. Le ipotesi del cambiamento sono state naturalmente oggetto di studio. Secondo lo psichiatra americano Kenneth M. Colby (1920-2001), che era anche un buon giocatore di scacchi, nel  saggio, dal titolo “Gentlemen, the Queen!”  pubblicato nel 1953 dalla americana ‘Psychoanalysis Review’,  l’apparizione sulla scacchiera della Regina ed l’aumento della sua forza di gioco ci fu  nell’ultima parte del quindicesimo secolo.Colby presentò alcune prove di carattere storico puntando a dimostrare che le nuove caratteristiche del pezzo ebbero origine nell’Italia Settentrionale e, secondo lui, verso il 1488, quando Caterina Sforza (1463-1509) divenne una delle figure femminili che più influenzò la storia dell’epoca e dal 1488 al 1500 fu ago della bilancia della politica italiana.L’altra ipotesi, forse più accreditata, sostenuta da numerosi storici, afferma invece che la codifica dell’ampliamento del raggio di azione della Regina fino a raggiungere il movimento attuale, sarebbe avvenuta in Spagna sotto il regno di Isabella di Castiglia, che, incoronata nel 1474 a soli 23 anni, tra il 1481 e il 1492 riunificò la Spagna, la Sardegna e la Sicilia, e poi fece in modo che Cristoforo Colombo ottenesse le navi per il viaggio che lo portò alla scoperta dell’America.Fu in onore di Isabella di Castiglia che gli scacchisti valenziani Francesch de Castellvi, Narcis Vinyoles e Bernat Fenollar composero “Scachs d’Amor”, un poema che rappresenta allegoricamente con una partita a scacchi l’amore tra Marte e Venere, con Mercurio come arbitro.La partita tra Marte e Venere doveva essere giocata però con le nuove regole che rendevano appunto la Regina il pezzo più potente.Per questo in “Scachs d’Amor” si legge: “Il nostro gioco vuole ora adornarsi di uno stile nuovo e sorprendente soprattutto per la maggior dignità della Regina”. E così furono modificate le antiche regole del movimento sulla scacchiera della Regina (e in subordine dell’Alfiere).Il nuovo modo di muovere della Regina fu detto ‘a la rabiosa’ (in inglese ‘mad queen chess’) e per controbilanciare il nuovo ‘strapotere’ della Regina si arrivò all’arrocco effettuato in una sola mossa, invece che in due come si usava all’epoca, e sembra si possa affermare che l’idea vada attribuita a Leonardo da Vinci.’Dopo tanta storia e tanta verità, se si parla attraverso il gioco, non sarebbe male agire secondo il gioco …e riportare ogni donna all’antico splendore dell’essere Regina del suo Re.