a cura di Antonella Prudente

Nome: Manuel                           

Cognome: Carbonara

Professione: Ufficiale Guardia di Finanza

Gioco a scacchi: in treno   

Presentazione: Ho a cuore il rispetto delle regole.

Qual è il suo rapporto con gli scacchi?

Ne sono affascinato, anche se a volte il mio rapporto con gli scacchi è stato traumatico. In pullman durante un viaggio d’istruzione della scuola militare, un collega mi sfida ad una partita: resisto due mosse, alla terza avevo già perso! Quel collega era decisamente bravo ma io rimasi proprio impietrito.

Oggi non si parla più di gioco, bensì di sport. In qualità di “osservatore privilegiato di fenomeni sociali”, quali sono gli effetti collaterali di questa nuova disciplina sportiva?

Mi piacerebbe continuare a chiamarlo gioco. Gioco=divertimento=passione. Prima bisogna appassionarsi e poi cimentarsi nella competizione sportiva. L’effetto collaterale di questa disciplina sportiva è l’allenamento alla concentrazione, alla calma, alla riflessione. In un’epoca in cui tutti corrono senza capire dove vanno, chi si ferma e riflette (non) è (più) perduto!

A chi consiglierebbe il gioco degli scacchi?

Ai nonni così possono sfidare e divertirsi con i nipoti.

Quanto incide sulla crescita di un individuo un gioco/sport come quello degli scacchi?

Direi che educa al ragionamento, all’azione ragionata. Allena alla meditazione e alla comprensione ed attenua le conflittualità. E’ una sfida appassionata un gioco/sport che proietta in avanti e stimola a scorgere l’avvenire/le mosse successive prima degli altri. Tutti possono provarci.